La Society for NeuroSports, ha condotto una ricerca, diretta dalla dottoressa Jaime, che mirava a capire quanto e in che modo l’attività fisica fosse in grado di migliorare la vita delle persone. Che ci fosse una correlazione diretta tra movimento e buona salute era già noto ma i risultati di questi studi hanno dimostrato che gli effetti benefici possono essere duraturi nel tempo e incidere positivamente sulla biologia degli individui.
Uno studio condotto su un campione di 206 adulti nell’arco di 6 mesi ha evidenziato un aumento dell’afflusso del sangue al cervello pari al 2.3% in chi aveva praticato attività fisica con costanza.
Questo aumento ha comportato numerosi benefici a livello cerebrale:
Il fatto che anche la memoria ne abbia beneficiato ha aperto a nuove opportunità per quanto concerne il trattamento di alcune patologie legate ad alcune funzioni cognitive come l’Alzheimer.
Studi effettuati sui criceti hanno evidenziato un affinamento evidente nelle capacità di eseguire esercizi motori sempre più complessi. Durante l’attività fisica vengono prodotti la proteina Brain Derived Neurotrophic Factor (DBNF) e l’ormone irisina, entrambi responsabili del miglioramento delle attività cognitive e motorie attraverso la stimolazione del cervello.
I ricercatori hanno sottoposto un gruppo di candidati volontari a immagini tristi e deprimenti, verificando che chi aveva praticato con costanza attività fisica prima del test risultava più immune alla depressione e con capacità di recupero più accelerate rispetto ai sedentari.
Questo grazie alla produzione di dopamina e serotonina post allenamento, che hanno come funzione indiretta quella di proteggere il cervello.
Gli studi quindi suggeriscono la necessità di continuare a muoversi il più a lungo possibile ad ogni età.
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