Dopo tre mesi di immobilità, fisica ed emotiva, può capitare di non sentirsi pronti a ricominciare: l’insicurezza che era fuori, sembra esserci entrata dentro. Così come dopo un periodo di immobilità cerchiamo un modo per riattivare il corpo dolcemente, allo stesso modo dovremmo cercare un modo per riattivare il coraggio e l’autostima. In questo momento specifico, dicono gli esperti, sentiamo il peso di dover ricostruire una nuova normalità e abbiamo paura di farlo nel modo sbagliato. L’insicurezza è legata profondamente alla paura di sbagliare. Per superarla, è molto importante esercitare la propria auto compassione. Cioè avere la consapevolezza che tutti possiamo sbagliare, accettare di avere paura e trovare il modo per consolarsi per poi prendere delle decisioni che ci permetteranno di fare diversamente e dunque anche di migliorarci. Insomma, allenando il nostro coraggio un po’ alla volta, giorno per giorno.
Tutti, prima o poi, siamo stati costretti a fare i conti con la paura di sbagliare e con la paura di non essere all’altezza di quello che siamo chiamati a fare. E se, normalmente, accade in famiglia, nella vita professionale e nel rapporto con se stessi e con gli altri, in questo momento di ripartenza di tutti gli ambiti della nostra vita, la paura di sbagliare può davvero bloccarci. Sapere da dove viene, allora, ci consente di affrontarla al meglio, allenando il coraggio nel modo giusto.
Queste paure nascono dalla ricerca di approvazione in cui tutti siamo coinvolti più o meno consapevolmente. In alcune circostanze, cercare di aderire all’ideale che abbiamo di noi stessi è talmente condizionante, che può arrivare a paralizzare le nostre azioni e a modificare il modo in cui prendiamo le decisioni. Di fatto, la ricerca di perfezione diventa un ostacolo alla nostra felicità perché la paura di non essere all’altezza nasce con la consapevolezza che essere perfetti è impossibile.
Essere perfezionisti è una gran fatica che rovina anche i traguardi più importanti. In alcune circostanze, come la fine della quarantena, la paura di non essere all’altezza della vita che ricomincia ci condiziona talmente che preferiamo evitare situazioni che potrebbero, invece, diventare significative per la nostra crescita personale e professionale. In questi casi la paura diventa una specie di profezia che si autoavvera. Abbiamo paura di non essere all’altezza e ci mettiamo nella situazione di non esserlo davvero, evitando, rifiutando di provare e di esporci.
È il circolo vizioso della ricerca della perfezione: più si tende a essere perfezionisti e più si abbassano gli standard per essere sicuri di riuscire a fare le cose perfettamente. Così, preferiamo non rischiare per sentirci al sicuro, ma ci troviamo in una situazione che in ogni caso non ci soddisfa. Vorrei ricominciare a vivere la mia vita normale, ma ho paura che anche quello che prima non mi piaceva ritorni esattamente come prima, per cui rimando la decisione e mi infilo nella vecchia normalità, anche se non la sento più mia: e resto infelice.
Come uscirne? Anzitutto abbiamo bisogno di iniziare a rivedere il nostro modo di considerare gli sbagli. Anziché come fallimenti, dobbiamo considerarli come elementi di crescita che fanno parte della nostra storia. L’insicurezza infatti fa parte di noi. Dubitare di noi stessi non solo è normale, ma il più delle volte è anche utile. Il dubbio ci aiuta a elaborare nuove idee, a trovare alternative a cui forse non penseremmo e anche a metterci in discussione quando serve. Per allenare il tuo coraggio, mettiti in gioco, in maniera concreta e costante. Prova a cominciare con qualcosa di piccolo, che ti permetta di uscire dalla tua zona di comfort, ma senza esagerare; scegli qualcosa che senti di poter facilmente superare.
Ad esempio, se fai fatica a uscire, prova ad andare a fare una passeggiata, ogni giorno sempre più lunga, scoprirai che è utile anche per riattivare il corpo oltre che la mente; se tornare al lavoro ti spaventa, prova a pianificare in ogni tua giornata un momento per te che compensi le ore trascorse in ufficio; segui sempre i protocolli di sicurezza, prenderti cura della tua salute e di quella degli altri è un altro piccolo atto di coraggio quotidiano necessario per il benessere psicofisico di tutti. Questi piccoli passi costituiscono la prova reale che hai quello che serve per farcela. E conservarli nella memoria ti permetterà di credere più facilmente nelle tue capacità quando sentirai l’insicurezza bussare alla porta.
Infine, un altro modo per allenare il tuo coraggio è riconoscere che, dato quello che non sappiamo è maggiore di quello che sappiamo già, sbagliare fa parte del gioco. Essere perfetti non è possibile, quello che possiamo fare è cercare il più possibile di migliorarci, ponendoci obiettivi concreti raggiungibili a passi piccoli e definiti. Consapevoli che, se anche il risultato non dipende da noi al cento per cento, la nostra determinazione e motivazione a procedere nonostante le difficoltà, sì. Sapere che abbiamo sbagliato ci dà infine un’importante conoscenza su quello che non dobbiamo rifare in futuro. Da qui possiamo capire come fare diversamente e dunque anche come ripartire, al meglio e più felici.