In uno dei romanzi più poetici della letteratura europea, Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, il protagonista dice una frase divenuta celebre: “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
E infatti il cuore, oltre a essere l’organo più importante per la nostra sopravvivenza, è anche simbolo dell’amore: il sentimento più nobile degli esseri umani, e non solo. Il rapporto tra cuore e amore, cantato dai poeti e riconosciuto da filosofi e maestri spirituali di ogni epoca, non è solo simbolico, ma è concreto e reale.
La funzione del cuore – pompare sangue per fornire ossigeno e nutrimento ai tessuti, ed eliminare le impurità – non è puramente meccanica ma è fortemente influenzata dalle emozioni. Lo ha ben spiegato lo psicoterapeuta Alexander Lowen (1910-2008), padre della Bioenergetica, che all’amore e alle sue implicazioni fisiologiche ha dedicato più di un libro: la vita fisica è legata a quella affettiva e la salute del corpo è condizionata dal benessere emotivo.
Il cuore è, come sappiamo, il perno della circolazione sanguigna, il motore che consente di trasportare l’ossigeno ricevuto dai polmoni alle cellule di organi e tessuti, anche i più periferici, per nutrirli; e di scambiare l’anidride carbonica, che rappresenta uno “scarto” dell’attività metabolica delle cellule, inviandola ai polmoni per eliminarla poi nell’espirazione.
Ma come funziona questo rapporto tra fisicità e affettività? Le emozioni rimosse, spiega Lowen, soprattutto i conflitti irrisolti e le ferite legate alle nostre relazioni disfunzionali, possono irrigidire il torace trasformandolo in una vera e propria “gabbia”, nella quale l’energia emotiva compressa può soffocare il cuore, causando problemi anche molto gravi.
Ogni dolore, più o meno profondo, inoltre, provoca il deflusso del sangue dalla periferia al centro, sovraccaricando il cuore e producendo una sensazione di oppressione e angoscia.
L’esperienza di un grande dolore durante l’infanzia, per esempio, può condizionare l’adulto impedendogli di aprirsi e di amare profondamente.
E gli effetti di un trauma emotivo sul cuore – come apatia, depressione, panico – possono sfociare in gravi affezioni cardiache e culminare anche nell’infarto. Le tecniche bioenergetiche proposte da Lowen, ma in generale un’attività fisica mirata, seguita da trainer competenti, può rivelarsi efficacissima per sciogliere i blocchi emotivi e ridurre le tensioni nel cuore, in modo da scongiurare il rischio di cardiopatie e restituire alla persone la voglia e il piacere di vivere.
E, ovviamente, meglio ancora se questo percorso “fisico” viene accompagnato da un percorso di consapevolezza dei propri stati emotivi e delle proprie dinamiche relazionali.